Domenica 4 ottobre 2020, ore 12.00

Perugia, Galleria Nazionale dell'Umbria

Film d’animazione di Grégoire Dupond, musica di Teho Teardo

Domenica 4 ottobre 2020 ore 12.00, sui canali social e YouTube della GNU

In occasione delle celebrazioni per il terzo centenario della nascita di Giovanni Battista Piranesi (1720-1778), la Galleria Nazionale dell’Umbria omaggia il grande architetto veneziano presentando, nel giorno del suo compleanno, un film d’animazione dedicato al suo capolavoro, le Carceri d’Invenzione.

È la prima di una serie di iniziative dedicate al genio visionario di Piranesi, che si accompagna al restauro delle 137 tavole delle celebri Vedute di Roma di proprietà del museo, alla pubblicazione di un volume nella collana “Quaderni della Galleria Nazionale dell’Umbria” (Aguaplano Libri editore) e a un disco in vinile con le musiche composte da Teho Teardo.

Domenica 4 ottobre 2020 la Galleria Nazionale dell’Umbria celebra il terzo centenario della nascita di Giovanni Battista Piranesi presentando al pubblico un film d’animazione dedicato a uno dei capolavori più emblematici dell’intera produzione piranesiana.

L’iniziativa documenterà, in una “prospettiva privilegiata” e in chiave contemporanea, la sorprendente attualità e la potenza delle Carceri d’Invenzione, opera chiave per comprendere non solo l’intera produzione e la portata del genio di Piranesi, ma anche la modernità del suo sentire e della sua sensibilità, oggetto di una sorta di venerazione da parte delle generazioni successive, dai Romantici fino ai contemporanei.

Il film d’animazione Piranesi, Carceri d’Invenzione 300 anni è una nuova opera, ispirata al film Piranesi, Carceri d’Invenzione 2010 realizzato da Grégoire Dupond nel 2010 per Factum Arte e Fondazione Giorgio Cini. Partendo dalle 16 tavole della seconda edizione delle Carceri, Dupond ha costruito un complesso ambiente 3D che permette di esplorare gli spazi creati dalla “mente nera di Piranesi”, i quali si aprono uno nell’altro e ai quali si accede con lo sguardo per il tramite di aperture e finestre, o percorrendo le tante serie di scale disseminate lungo il percorso.

L’attualità di Piranesi e della sua visione si avvalgono quindi delle nuove tecnologie per trasformarsi in spazi esplorabili e continui, nei quali sentire contemporaneamente la claustrofobia della “prigione” e lo smarrirsi del labirinto. Le emozioni di questa esperienza immersiva si amplificano per il tramite della rigorosa ricostruzione 3D di Grégoire Dupond e della magnifica composizione di Teho Teardo, The Ghost of Piranesi, che permette di fondersi e identificarsi con lo sguardo di chi esplora l’interno degli spazi piranesiani, contribuendo a scandire il ritmo circolare, insistente e cieco dello stato d’animo che emerge dalla percezione di queste “prigioni dell’immaginazione”. Spazi contraddittori, angosciosi, dilatati dalla distorsione delle regole prospettiche eppure perfettamente costruiti, nati dalla straordinaria visionarietà e dall’eccezionale abilità tecnica del genio veneziano. Spazi architettonici che diventano spazi interiori, nei quali scivolare per il tramite della musica, viatico per il viaggio in profondità tra le proprie “prigioni”.

La realizzazione del film si inserisce nella serie di iniziative che la Galleria Nazionale dell’Umbria ha programmato nel 2020 per il terzo centenario della nascita di Giovanni Battista Piranesi. Sulla scia delle esposizioni e degli interventi conservativi già realizzati negli ultimi anni, volti alla conservazione e alla valorizzazione delle collezioni custodite nei depositi, è stata intrapresa infatti una campagna di restauri dedicati alle circa 137 incisioni delle celebri Vedute di Roma disegnate ed incise da Giambattista Piranesi architetto veneziano di proprietà del museo, cui farà seguito nei prossimi anni il restauro delle tavole delle Antichità d’Albano e di Castel Gandolfo descritte ed incise da Giovambattista Piranesi.

In concomitanza con il restauro delle Vedute di Roma, si sta effettuando una nuova campagna fotografica che possa dare testimonianza delle varie fasi dei lavori e che sarà riversata nell’Archivio digitale della Galleria Nazionale dell’Umbria, contribuendo all’implementazione dei contenuti relativi alle opere conservate nei depositi.

I risultati scientifici della ricerca confluiranno nel volume Giovanni Battista Piranesi nelle collezioni della Galleria Nazionale dell’Umbria, della collana “Quaderni della Galleria Nazionale dell’Umbria” e in preparazione per i tipi di Aguaplano Libri.

Al volume sarà allegato un disco in vinile da 7 pollici con la musica composta da Teho Teardo per il film d’animazione realizzato con Grégoire Dupond, che il 4 ottobre prossimo si presenterà al pubblico attraverso i canali social e YouTube della Galleria Nazionale dell’Umbria.

Informazioni tecniche
Galleria Nazionale dell’Umbria, Piranesi Carceri d’Invenzione 300 anni
Un film di Grégoire Dupond (Animation, Rendering, Production) e Teho Teardo (Music)
Basato su un’opera originale di Grégoire Dupond (2010) per Factum Arte e Fondazione Giorgio Cini.
Incisioni originali delle Carceri d’Invenzione per gentile concessione della © Fondazione Giorgio Cini, Venezia.
Musica originale: The Ghost of Piranesi di Teho Teardo (2020)
© Grégoire Dupond & Teho Teardo 2020

 

Grégoire Dupond
Nato in Francia, Grégoire Dupond si è trasferito nel 2018 dall’Europa nella Columbia Britannica, in Canada.
Dopo la formazione in Scienze, si è unito a Les Ateliers ENSCI a Parigi nei primi anni ’90 per studiare Industrial Design, successivamente si è trasferito a Londra per progettare e produrre tessuti fatti a mano per collezioni di moda e dove ha seguito tutti gli aspetti del lavoro in uno studio di fashion design.
Dalla fine degli anni ’90 ha prodotto opere in video, illustrazione 3D e animazione, fotografia, installazioni interattive, scultura, registrazione ed elaborazione 2D/3D per il patrimonio culturale e la produzione artistica, lavorando con istituzioni e artisti di fama in tutta Europa e all’estero.
Una collaborazione decennale con Factum Arte a Madrid, in Spagna, e poi a Bologna, ha aperto molte strade per idee e processi alternativi di vasta portata, strettamente intrecciati con le necessità di nuovi e diversificati tipi di mediazione digitale.
Attualmente sta esplorando le problematiche aperte dalle tecnologie digitali, indagando in particolare gli intrecci tra il significato, l’estetica e i dibattiti ad essi correlati, e i processi di elaborazione, visualizzazione e realizzazione innovativi.
Sta lavorando alla creazione di narrazioni contemporanee in cui la materialità, la scienza, la natura e i media digitali si fondono.
Negli ultimi anni la realtà estesa (XR VR) è diventata un interesse continuo, in linea con la produzione e lo sviluppo di contenuti, codificando software di visualizzazione VR per performances e animazioni live e registrate. È questo, ora, il suo principale campo di ricerca e lavoro.

Riguardo al film d’animazione realizzato per la Galleria Nazionale dell’Umbria, ha scritto:
“Le incisioni delle Carceri d’Invenzione sono state considerate come porte per entrare nella mente di Piranesi. Intricati viaggi nell’inconscio dell’artista, le opere possono essere considerate un mezzo per svelare le inquietudini psicologiche della vita e della mente di Piranesi al momento della loro creazione. Ho utilizzato la seconda edizione delle Carceri (1761 circa), realizzata qualche anno dopo la prima edizione, quando Piranesi è tornato a lavorare sulle lastre originali. Il secondo stato è molto più buio del precedente. Le due versioni sottolineano un’evoluzione delle visioni di Piranesi, poiché i personaggi delle incisioni e gli osservatori sono progressivamente annullati sia dalle proporzioni sia dalla disperazione che si cela all’interno dell’architettura. I sogni e gli incubi rappresentati esplorano, all’interno di un’estetica romantica, la mente umana e il suo subconscio. All’inizio della rivoluzione industriale, con l’avvento della matematica, della precisione e della funzionalità, le Carceri di Piranesi hanno creato un mondo che ancora oggi rimane incomprensibile, un mondo dove vicoli ciechi, soglie e gallerie non portano da nessuna parte e sono dispiegati senza scopo o funzione.
Il lavoro di animazione della macchina da presa in un mondo virtuale, che si svolge all’interno di un mondo tridimensionale creato artificialmente, è alimentato da un viaggio nella mente e nella psicologia di Piranesi. Allo stesso modo, questo modo artificiale funge da ingresso nella mia mente, che si immerge nel mondo di Piranesi con un’attenzione ossessiva per i dettagli. Il fluire naturale del viaggio è stato adottato come mezzo per veicolare l’orrore e la disperazione che indugiano sotto la superficie, in agguato verso il nostro stesso inconscio. L’utilizzo diretto delle stampe per conferire le textures al mondo tridimensionale ci permette di accedere al procedimento di incisione utilizzato da Piranesi, dove le ombre e i dettagli incisi a mano appaiono come figure spettrali, come schizzi espressivi che ricordano immagini attinte direttamente dalla profondità della mente.
Il film Piranesi, Carceri d’Invenzione è stato inizialmente presentato nel 2010 per una mostra a San Giorgio a Venezia, organizzata dalla Fondazione Giorgio Cini e da Factum Arte. Da allora è stato proiettato in numerose mostre, luoghi ed eventi.
Nel 2020, in occasione del trecentesimo anniversario della nascita di Piranesi, la Galleria Nazionale dell’Umbria ha commissionato a me e Teho Teardo una versione più breve, che non è solo un recut, ma una ripresa delle diverse scene, a cui è stata aggiunta la musica di Teho Teardo”.

Teho Teardo
Compositore, musicista e sound designer, Teho Teardo è uno dei più originali ed eclettici artisti nel panorama musicale europeo.
Ha composto le colonne sonore di Denti di Gabriele Salvatores, Lavorare con lentezza di Guido Chiesa, L’Amico di famiglia e Il Divo di Paolo Sorrentino, La ragazza del lago e Il Gioiellino di Andrea Molaioli, Una Vita Tranquilla di Claudio Cupellini, Il Passato è una terra straniera, Diaz e La Nave Dolce di Daniele Vicari, Quo Vadis Baby (serie tv), Gorbaciof di Stefano Incerti, Triangle di Costanza Quatriglio e La verità sta in cielo di Roberto Faenza. Nel corso della sua carriera ha vinto un David di Donatello, il Nastro d’Argento, il Ciak d’Oro e il Premio Ennio Morricone.
Con l’attore Elio Germano, porta in scena dal 2012 lo spettacolo Viaggio al termine della notte, tratto dal capolavoro di Céline. Con Blixa Bargeld degli Einsturzende Neubauten realizza gli album Still Smiling, Nerissimo e gli EP Spring! e Fall. Collabora con Erik Friedlander, con cui registra Giorni rubati, album ispirato alla poesia di Pasolini. A settembre 2012, collabora con il fotografo francese Charles Fréger per allestire un progetto live poi pubblicato col nome Music for Wilder Mann. Nel 2014, scrive le colonne sonore per tre film di Man Ray, che saranno poi pubblicate nell’album Le retour à la raison, e compone le musiche per lo spettacolo teatrale The Matchbox di Joan Sheehy. Nel 2015, compone le musiche per le mostre di Man Ray e Joan Mirò a Villa Manin, entrambe pubblicate su CD e LP.
Pubblica gli album Ballyturk (premio Irish Times Theatre Award), Arlington e Grief is the thing with feathers, le cui musiche saranno poi utilizzate nelle omonime pièces teatrali dello sceneggiatore e regista Enda Walsh andate in scena a Galway, New York e Londra. Ad aprile 2017 Teardo è stato scelto per Carte Blanche, il format organizzato da Palazzo Grassi che ogni anno celebra a Venezia un grande artista contemporaneo: in questa occasione ha riproposto una nuova versione dello spettacolo Phantasmagorica (con la straordinaria partecipazione del regista Abel Ferrara) e ha ideato l’installazione sonora site-specific Sea Change.
Collabora con Vinicio Capossela nella scrittura e negli arrangiamenti di alcuni brani dell’album Ballate per uomini e bestie pubblicato nel 2019. A marzo 2020, pubblica l’album Ellipses dans l’harmonie, prodotto e commissionato dalla Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e interamente ispirato alla musica contenuta nelle pagine dell’Encyclopédie di Diderot e D’Alembert. A settembre 2020, scrive la colonna sonora per il film Molecole di Andrea Segre, presentato alla preapertura della Mostra di Venezia 77.

Riguardo al film d’animazione realizzato per la Galleria Nazionale dell’Umbria, ha scritto:

“Ho scoperto le opere di Piranesi da ragazzo, successivamente ho avuto la possibilità di studiarle all’università. Ricordo esattamente dov’ero la prima volta che le ho viste, era la vetrina di un antiquario a Pordenone. Ne circolavano molte, riproduzioni di altre riproduzioni. Alcune erano sicuramente false. Secoli dopo la sua scomparsa, Piranesi continua ad esser apprezzato, amato. La mia fascinazione dipendeva dall’immaginario gotico che i suoi lavori suggerivano: ascoltavo musica oscura, cupa, imperscrutabile e quelle incisioni erano l’ambientazione ideale per una fuga dalla realtà dove le rovine potevano rappresentare anche una sorta di critica al mondo che le aveva generate. Un giudizio estetico e morale sulla società disgregata che in quei resti trovava un epitaffio senza lodi, uno scenario che per me allora era una sorta di Blade Runner al passato. Il tempo scorre velocemente e ci aiuta a cogliere il potenziale della capacità di immaginare di Piranesi, di inventare, mescolando sogno e realtà in uno spazio cosmico. Sono tecniche visive che si possono applicare al suono e alla capacità evocativa del suono. Ho studiato storia dell’arte come piano B della mia vita perché allora non c’era un luogo dove poter studiare la musica che mi interessava in quel momento, una musica che non sapevo nemmeno come potesse essere, sembra folle ora, ma è stato così. Ci sono dei passaggi nel lavoro di Piranesi che sono stati una sorta di manuale di composizione fuori dagli schemi, una possibilità di immersione totale, di interattività con quello che allora poteva essere una specie di cyberspazio, di vita artificiale, una condizione liminale tra realismo, effetti speciali e la sospensione dell’incredulità, del dubbio. Il perdurare del senso di mistero nell’opera di Piranesi forse non andrebbe indagato, rischierebbe di perdere la magia”.

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