MARIA PAIATO. IL NERO, IL ROSSO, IL BLU

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MARIA PAIATO in IL NERO, IL ROSSO, IL BLU
TEATRO FILODRAMMATICI MILANO (Piazza Paolo Ferrari, 6)
Dal 31 gennaio al 5 febbraio 2023

Martedì 31 gennaio e venerdì 3 febbraio: Le due zittelle di Tommaso Landolfi
Mercoledì 1 febbraio e sabato 4 febbraio: L’avvelenatrice di Éric-Emmanuel Schmitt
Giovedì 2 febbraio e domenica 5 febbraio: Una e una notte di Ennio Flaiano

Orari:
martedì/giovedì/venerdì/sabato: ore 21.00
mercoledì: ore 19.30
domenica: ore 16.00

Biglietti:
Intero: €23,00 – Under30: €17,00 – Over65: €11,50 (+ diritti di prevendita)

Informazioni:
T + 39.02.36727550
biglietteria@teatrofilodrammatici.eu

Sito internet:
www.teatrofilodrammatici.eu

 Biglietteria:
Marta Pinto

T + 39.02.36727550
biglietteria@teatrofilodrammatici.eu | http://www.teatrofilodrammatici.eu/info-biglietteria/
Servizio di biglietteria telefonica,
dal lunedì al mercoledì, dalle 13.30 alle 16.00; giovedì e venerdì, dalle 13.30 alle 19.00
Servizio di biglietteria al Teatro,
dal lunedì al mercoledì dalle 10.00 alle 12.30; giovedì e venerdì dalle 13.30 alle 19.00

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31.01.2023 05.02.2023

Teatro Filodrammatici Milano

Produzione: Centro Teatrale Bresciano

Dal 31 gennaio al 5 febbraio 2023, per la prima volta al Teatro Filodrammatici di Milano, va in scena Il nero, il rosso, il blu, una produzione del CTB – Centro Teatrale Bresciano, che vede Maria Paiato straordinaria interprete di una suite di tre letture, che fanno viaggiare con la fantasia lo spettatore, grazie alle stravaganti avventure delle due sorelle e zittelle descritte da Tommaso Landolfi, di Marie Maurestier di Éric-Emmanuel Schmidt e del vitellone Graziano raccontato da Ennio Flaiano.

Tre eccentrici testi, rappresentati a turno, che offrono un’occasione imperdibile per misurare ancora una volta il talento di una delle più grandi attrici italiane.

Le due zittelle di Tommaso Landolfi (in scena martedì 31 gennaio e venerdì 3 febbraio), ambientato negli anni ‘60, racconta la storia di due vecchie sorelle che vivono in un paesino del centro-sud. Le loro giornate trascorrono sempre uguali in un appartamento angusto e polveroso, in compagnia della devota cameriera e di una “scimia” che tengono chiusa in una gabbia e sulla quale riversano tutto il loro amore. La vita scorre tranquilla fino a quando il gruppo di monache residenti nel monastero vicino casa lamenta il furto delle preziosissime ostie consacrate… Il mistero dà il via a una stravagante indagine dal finale sorprendente, pretesto per gettare una luce più grande sul nostro paese e sull’arretratezza culturale che ancora permea alcune zone provincia.

L’avvelenatrice di Éric-Emmanuel Schmitt (in scena mercoledì 1° febbraio e sabato 4 febbraio) vede come protagonista Marie Maurestier, donna diabolica, ormai settantenne, che gode della fama di assassina per aver avvelenato, nel corso della sua vita, tre mariti benestanti. Di fronte a questa lady nera la giustizia si è dovuta arrendere e la donna vive la sua vita tranquillamente nella piccola comunità di Saint-Sorlin-en-Bugey, ostentando spavalderia. Sarà l’arrivo del giovane Gabriel, il nuovo parroco, a risvegliare la potente energia vivificatrice di Marie che, decisa a possederlo, costruisce un’arditissima trappola, stringendo d’assedio l’incauto prete con la lentezza, la pazienza e la concentrazione di un velenosissimo ragno.

Una e una notte di Ennio Flaiano (in scena giovedì 2 febbraio e domenica 5 febbraio) racconta la singolare avventura vissuta da Graziano, giovane vitellone di una Roma del 1960, svogliato e sognatore a sproposito, che viene messo a lavorare in un giornale grazie a una raccomandazione del padre. Deriso dai colleghi, odiato dal direttore, viene relegato alla battitura di notizie sciocche che non interessano a nessuno. Spedito a scrivere un pezzo su un improbabile disco volante atterrato a Fiumicino, Graziano si troverà coinvolto in una storia d’amore con una marziana. L’avventura non durerà più di “una e una notte” e, tornato sulla terra, il giovanotto sarà felice di ritrovare le sane abitudini di un “dolce far niente”, tra i sughi e le salse della madre, le allegre donnine e gli amici della sala corse: un impietoso, ma allo stesso tempo affettuoso, ritratto dell’italiano medio negli anni del Boom economico.

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