Dal 4 luglio al 1° ottobre 2023, i Giardini dei Musei Reali accolgono La Rosa di Damasco. Dalla Siria a Torino, un progetto culturale ideato e condotto dai Musei Reali con il Syria Trust for Development e la Fondazione Santagata per l’Economia della Cultura, teso a promuovere il ruolo e l’importanza del secolare patrimonio culturale siriano nel bacino del Mediterraneo attraverso la Rosa di Damasco, uno dei prodotti più noti e iconici di quella regione.
Delicata, ma non fragile, apprezzata in tutto il mondo per il profumo, le proprietà officinali e l’utilizzo come spezia, la Rosa damascena è stata evocata in fonti letterarie, come nella raccolta Le mille e una notte, e lodata da poeti come Shakespeare e Nizar Qabbani. Per secoli i contadini siriani hanno tramandato di generazione in generazione le conoscenze e le abilità di coltivazione e lavorazione del fiore. In tempi moderni, la coltivazione della Rosa si è sviluppata nella piccola città di Al-Mrah, sulla catena montuosa del Qalamoun orientale, in un’area che si estende nella campagna a nord di Damasco. Alla fine del 2019, l’UNESCO ha iscritto nella Lista del Patrimonio Immateriale dell’Umanità le pratiche e i mestieri legati alla Rosa di Damasco nel villaggio di Al-Mrah.
Con l’inaugurazione della mostra fotografica La Rosa di Damasco. Dalla Siria a Torino e dell’installazione artistica Floral Tapestry of Craftsmanship, presenti nel Boschetto dei Giardini Reali fino al 1° ottobre 2023, prende avvio il programma che, dal 4 al 7 luglio, offre l’opportunità di approfondire l’arte, la storia, la letteratura e l’archeologia siriane attraverso cinema, incontri, dibattiti e omaggi musicali, alla scoperta del percorso della Rosa dal Medio Oriente al cuore dell’Europa e i molteplici intrecci con la cultura siriana.
LA ROSA DI DAMASCO. Dalla Siria a Torino
La mostra fotografica
Scientificamente nota come Rosa ✕ damascena, è un fiore dalla bellezza accattivante e dal profondo significato storico. Il suo fascino e il suo simbolismo hanno superato il tempo, rendendola oggetto di ammirazione e ispirazione. Le fotografie esposte, concesse dal Syria Trust for Development, propongono un viaggio per esplorarne il significato culturale e gli aspetti più affascinanti, dalle caratteristiche botaniche agli usi nella cosmesi e nelle preparazioni alimentari.
Dalla scorsa primavera, nel Boschetto dei Giardini Reali, l’aiuola del Bastion Verde accoglie centinaia di esemplari di Rosa damascena provenienti dalla Siria, un giardino che accompagna il pubblico verso la mostra fotografica e l’installazione artistica Floral Tapestry of Craftsmanship.
L’installazione artistica Floral Tapestry of Craftsmanship
L’opera rende omaggio alle attività artigianali che hanno prosperato in Siria per secoli e celebra la maestria e la bellezza delle pratiche artistiche. L’installazione, esposta di fronte al Bastion Verde, rappresenta una grande Rosa di Damasco, realizzata con attenzione meticolosa ai dettagli. Ogni petalo è composto da vari materiali come il vetro, la ceramica, la madreperla e con lavorazioni tradizionali come il rame inciso, la paglia intrecciata e il tessuto broccato. Nella cultura siriana, la Rosa damascena rappresenta la bellezza e l’interconnessione di forme d’arte diverse: ingigantendone le dimensioni e diventando scultura, l’installazione invita il pubblico ad apprezzare i dettagli intricati e le caratteristiche uniche di ogni petalo, che rappresentano l’individualità e la creatività siriane. Per enfatizzare ulteriormente l’attenzione sulla bellezza dei particolari, gli autori dell’opera hanno scelto di rimanere anonimi, celebrando così le abilità collettive.
Il Public Programme
Martedì 4 luglio alle ore 21, in collaborazione con il Museo Nazionale del Cinema di Torino-Cinema Massimo, all’Arena della Cavallerizza viene proiettato il pluripremiato documentario The Oath of Cyriac (Il giuramento di Ciriaco) di Olivier Bourgeois, in lingua araba con sottotitoli in italiano. La pellicola racconta la strenua lotta di archeologi, curatori e operatori culturali per preservare le monumentali collezioni di antichità del Museo Nazionale di Aleppo durante la guerra civile che ha sconvolto la Siria, e testimonia l’impegno per la salvaguardia del patrimonio, nella certezza che la sua scomparsa avrebbe cancellato definitivamente una parte della storia dell’umanità.
Mercoledì 5 luglio alle ore 16, in collaborazione con il Circolo dei Lettori di Torino, nella Sala da ballo al secondo piano di Palazzo Reale, si tiene l’incontro con lo storico e scrittore siriano Sami Moubayed, intervistato dal giornalista Carlo Cerrato, per illustrare la fortuna della Rosa damascena nella letteratura siriana, simbolo di bellezza e parte fondamentale del patrimonio culturale del Paese. La conferenza di Sami Moubayed introduce e contestualizza la storia del fiore rintracciandone le origini e la coltivazione nelle fertili terre siriane. Nel corso del tempo è diventata metafora dell’amore e il suo nome è sinonimo delle parole ‘bellezza’ e ‘femminilità’ anche nella lingua araba. Molti poeti e scrittori vi hanno fatto riferimento nelle loro opere, come i poeti Nizar Qabbani e Adonis e la scrittrice Ghada al-Samman.
Mercoledì 5 luglio alle ore 17.30, il Salone delle Guardie Svizzere di Palazzo Reale accoglie il concerto An Ode to the Rose, diretto dal Maestro Missak Baghboudarian, Direttore dell’Orchestra Sinfonica Nazionale Siriana, che nel 2010 ha ricevuto dal Presidente della Repubblica Italiana l’onorificenza di Commendatore “Stella della Solidarietà Italiana” per la sua attività svolta nel campo dello scambio culturale fra l’Italia e la Siria. Gli interpreti sono Mirna Kassis, voce; Valentina Corsi, voce; Tareq Abu Salameh, Oud; Salah Namek, violoncello; Lorenzo D’Erasmo, percussioni; Missak Baghboudarian, pianoforte. Il concerto è introdotto da Reme Sakr, Cultural Heritage Advisor del Syria Trust for Development.
Giovedì 6 luglio, alle ore 16.30, nella Sala da ballo al secondo piano di Palazzo Reale, il talk Cultural Heritage: A Bridge for Peace riunisce organizzazioni culturali, esperte ed esperti di conservazione del patrimonio, centri di ricerca e istituti educativi. L’obiettivo è facilitare il dialogo e la cooperazione, per condividere esperienze e approcci nella conservazione del patrimonio culturale e nella ripresa post-conflitto. L’incontro, introdotto da Houmam Saad, vicedirettore generale di Antiquities and Museums in Siria, vede la partecipazione di Enrica Pagella, direttrice dei Musei Reali, Laura Vigo, curatrice di Arte Asiatica e Archeologia presso il Montreal Museum of Fine Arts (MMFA), Sara Abram, segretario generale, e Silvia Sabato, responsabile dell’Ufficio Sviluppo Progetti e Fundraising del Centro Conservazione e Restauro “La Venaria Reale”, Vito Messina, professore ordinario di Archeologia e Storia dell’Arte Iranica all’Università degli Studi di Torino, Carlo Lippolis, professore associato di Archeologia e Storia dell’Arte del Vicino Oriente Antico presso l’Università degli Studi di Torino, Rosita Di Peri, professore associato presso il Dipartimento di Culture, Politica e Società dell’Università di Torino, Francesco Novelli architetto e ricercatore in Restauro Architettonico presso il Dipartimento di Architettura e Design del Politecnico di Torino e Davide Rolfo, architetto e professore associato di Composizione Architettonica e Urbana presso il Politecnico di Torino. Il talk è in lingua inglese.
La settimana della Rosa di Damasco si conclude al Teatro Romano, venerdì 7 luglio alle ore 21, con il concerto Una rosa per quattro sax a cura del Conservatorio Statale di Musica “Giuseppe Verdi” di Torino. Gli interpreti, allievi della Scuola di Sassofono del Maestro Pietro Marchetti, sono Micaela Stroffolino, sax soprano, Mariagrazia Massanova, sax contralto, Sofia Ferraro, sax tenore e Eugenio Enria, sax baritono, con brani di Händel, Bach, Mozart, Stevenson, Singelée, Iturralde, Williams. Il concerto, inserito nella rassegna Estate Reale – Torino crocevia di sonorità, è compreso nel biglietto di ingresso al Museo di Antichità, aperto dalle 19.30 alle 23.30 (ultimo ingresso ore 22.45).