A CASA ALLO ZOO | Spettacolo teatrale in prima nazionale

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Informazioni

A CASA ALLO ZOO (prima nazionale)

Napoli Capodimonte | Giardino paesaggistico di Porta Miano (Discesa Bellaria 6)

Venerdì 17 giugno 2022, ore 21.00

 

Durata: 90 min.

 

Informazioni:

www.campaniateatrofestival.it

Infopoint, T. 345 2806537 – infopoint@fondazionecampaniadeifestival.it

Biglietteria, T. 340 6063508 – biglietteria@fondazionecampaniadeifestival.it

 

 

 

Biglietti:

intero: €8,00

ridotto under 30 e over 65: €5,00

letteratura e cinema; €5,00

gratuito riservato ai diversamente abili con un accompagnatore e pensionati titolari di assegno sociale.

 

I biglietti sono acquistabili: al botteghino del Festival (Napoli, Teatro Politeama, via Monte di Dio); online sul sito www.campaniateatrofestival.it; online sul sito www.etes.it; presso i punti vendita autorizzati consultabili sul sito https://www.etes.it/retailers/find; presso i luoghi di spettacolo, previa disponibilità.

 

 

LA LOCANDINA

 

A CASA ALLO ZOO

di Edward Albee

Traduzione Enrico Luttmann

Regia Bruno Fornasari

Con Tommaso Amadio, Valeria Perdonò, Michele Radice

Scene e costumi Erika Carretta

Luci Fabrizio Visconti

Suono Silvia Laureti

Assistente alla regia Federica Dominoni

Produzione Teatro Filodrammatici di Milano, Viola Produzioni

 

Ufficio stampa

Ufficio stampa Teatro Filodrammatici

CLP Relazioni Pubbliche

Anna Defrancesco, T +39  02 36755700; M +39 349 6107625

anna.defrancesco@clp1968.it; www.clp1968.it

 

Venerdì 17 giugno 2022 ore 21.00

Napoli Capodimonte | Giardino paesaggistico di Porta Miano

Un progetto AMADIO/FORNASARI

Una produzione TEATRO FILODRAMMATICI DI MILANO e VIOLA PRODUZIONI

Regia di BRUNO FORNASARI

Con TOMMASO AMADIO, VALERIA PERDONÒ, MICHELE RADICE

Venerdì 17 giugno 2022, alle ore 21.00, il Campania Teatro Festival di Napoli accoglie, in prima nazionale, lo spettacolo A casa allo zoo, prodotto dal Teatro Filodrammatici di Milano e Viola produzioni, per la regia di Bruno Fornasari, interpretato da Tommaso Amadio, Valeria Perdonò, Michele Radice.

 

L’opera, inedita per l’Italia, è scritta dal drammaturgo statunitense Edward Albee, che ha messo in dialogo tra loro due atti unici, Vita casalinga e La storia dello zoo, scritti a cinquant’anni di distanza l’uno dall’altro.

La narrazione si sviluppa attorno a un tema di grande attualità, ovvero il bisogno di liberarsi dalla gabbia emotiva di cui si è prigionieri, sia all’interno di una relazione amorosa che nell’isolamento forzato di chi si trova solo con se stesso.

 

“Il testo è stato scritto da Albee – afferma Bruno Fornasari – molto prima dell’esperienza del lock down ma si fonda su due metafore attualissime, allo stesso tempo rassicuranti e minacciose: la casa in cui chiudersi per sentirsi protetti e lo zoo, da visitare in sicurezza perché lì tutto ciò che è feroce sta chiuso in gabbia.

In realtà scopriamo che le mura domestiche non possono proteggerci da noi stessi, dalla vita che ci siamo costruiti, proprio come lo zoo c’illude d’essere meno feroci degli animali che ci guardano da dietro le sbarre. A casa allo zoo, tratta allora di due forme di solitudine complementari nella nostra società, quella subdola che c’illude di avere una condivisione con le persone che amiamo e quella più palese, la solitudine, che ci scolla dalla realtà e sviluppa stati d’animo impossibili da condividere.”

 

 

L’azione si svolge a New York in una tranquilla domenica di primavera. In Vita Casalinga, Peter, editore di successo, è sprofondato nella lettura di un libro da pubblicare quando la moglie gli si avvicina e pronuncia una frase innocua quanto minacciosa: “dovremmo parlare”.

Il matrimonio che Peter pensava stesse “navigando piacevolmente su una barca inaffondabile”, con due figlie, due gatti e due pappagallini rischia di venir sommerso dal diluvio di insoddisfazione e senso di claustrofobia che la moglie Ann gli palesa con ironia disarmante. Lui che credeva di essere il maschio alfa della famiglia scopre d’essere più paragonabile a una pianta ornamentale che se ne sta in un angolo, senza disturbare, in attesa d’essere innaffiata. Decide allora di stare da solo e per fare i conti con questa nuova definizione di sé, uscire e continuare la lettura al parco.

 

Qui inizia La storia dello Zoo. Peter è seduto su una panchina a leggere e viene avvicinato da Jerry, un tipo strano, dall’aria trasandata ma non sporca, dall’atteggiamento invadente ma non aggressivo. Jerry viene dai bassifondi, vive in periferia ed è tutto quello che Peter non è mai stato. Tra i due inizia un dialogo apparentemente innocuo. Jerry dice di voler solo raccontare una cosa che gli è successa allo zoo, ma non fa altro che elencare con crudele ironia dettagli della propria vita e pretendere da Peter un’attenzione totale. Il dialogo tra i due diventa sempre meno civile con Jerry che, con un raptus di violenza, spintona Peter a terra e s’impossessa della panchina. Per Peter il gesto è intollerabile, grazie alle provocazioni dell’estraneo capisce quale sia la gabbia di buone maniere che lo rende una piantina d’appartamento, e quando questi gli lancia un coltello ai piedi sfidandolo a raccoglierlo e a combattere “ad armi pari”, perché a mani nude non sarebbe in grado di tenergli testa, Peter prende il coltello e in un attimo si ritrova Jerry addosso.

L’abilità di Albee è quella di saper spiazzare lo spettatore senza tradirne le aspettative e il finale della colluttazione tra i due lascerà molte domande aperte.

 

Le lame affilate che in Vita casalinga sono squisitamente verbali si tramutano in violenza fisica in La storia dello zoo e ritraggono un’umanità sola, isolata, disabituata a comunicare e condividere, in un modello di mondo materialistico fatto di disparità sociali e disumanizzazione.

 

Note biografiche

Bruno Fornasari

Autore e regista residente al Teatro Filodrammatici di Milano, di cui è co-Direttore artistico dal 2008, Bruno Fornasari ha un’esperienza trasversale, che va dalla prosa alla lirica, al musical e al multimediale. Tra le collaborazioni internazionali, è stato Associate Director del musical Mamma Mia! (Stage Entertainment Italia e Little Star UK), ha ideato ed esportato il format CON_TESTO presso la Dramatikkens Hus di Oslo e con la regia dello spettacolo IL BUMME, da La vita agra di Bianciardi, ha rappresentato l’Italia al Festival Dekalogas Dialogas, per Vilnius città della cultura europea 2009.

Specializzato in drammaturgia d’impostazione anglosassone, ha diretto e tradotto opere di autori come John Hodge, Barrie Keeffe e Philip Ridley ed è stato regista associato di SHAKESPEARE IN LOVE, tratto dalla sceneggiatura di Tom Stoppard e dal film vincitore di 7 premi Oscar.

Nell’ambito della formazione artistica è membro dell’Advisory Board di Ecole des Ecoles, network europeo di formazione d’eccellenza nelle arti performative. Ha ideato e conduce il progetto L’AZIONE DI REGIA per l’Accademia Teatro alla Scala, insegna recitazione all’Accademia dei Filodrammatici di Milano, all’Oltrarno, la Scuola del Teatro Nazionale della Toscana diretta da Pierfrancesco Favino, e al progetto TESEO del Teatro Stabile del Veneto.

Consulente artistico per grandi eventi, tra le collaborazioni con Balich Wonder Studio, ha fatto parte del team di presentazione della vittoriosa candidatura di Milano-Cortina alle Olimpiadi invernali 2026, come collaboratore alla regia e speech coach dei relatori italiani.

Autore trasversale a vari generi, molti dei suoi testi teatrali pubblicati sono arricchiti da contributi di prestigio: NERDs ha avuto la prefazione di Pierfrancesco Favino, GIROTONDO.COM quella di John Hodge (sceneggiatore di Trainspotting e The Beach) e la messa in scena al Teatre Lliure di Barcellona a cura di Lluis Pasqual.

Col testo LA SCUOLA DELLE SCIMMIE, tradotto in diverse lingue e pubblicato con prefazione di Lluis Pasqual, vince nel 2019 il Premio Nazionale Franco Enriquez alla drammaturgia.

 

Edward Albee (Washington 1928 – Montauk, New York, 2016). Scrittore e drammaturgo statunitense ha esordito con gli atti unici The Zoo story (1959), The death of Bessie Smith (1960) e The American dream (1961). Broadway gli aprì le porte inaugurando la stagione 1962 del Billy Rose Theatre con Who’s afraid of Virginia Woolf?, poi rappresentato anche in Italia nell’anno successivo (Chi ha paura di Virginia Woolf?) e da cui è stato tratto un film, interpretato da Richard Burton ed Elizabeth Taylor nei ruoli dei protagonisti, per la regia di Mike Nichols.

Ha scritto inoltre: Tiny Alice (1964); A delicate balance (1966); All over (1971); Seascape (1974); Three tall Women (1991); Fragments (1993); The play about the baby (1996); The goat or who is Sylvia? (2000); Occupant (2001); Knock! Knock! Who’s there!? (2003); Peter & Jerry (2004); Me myself and I (2007). Ha adattato per le scene romanzi di C. Mc Cullers (The ballad of the sad café, 1953) e di J. Purdy (Malcolm, 1966). Edward Albee è uno dei più moderati rappresentanti della “new wave” americana. La sua critica verso la società in cui vive è tutta negativa e di rifiuto, non esente tuttavia da un chiaro intento moralistico.

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