Prorogata fino al 17 giugno

Milano, IPERCUBO

L’artista serbo ha rappresentato il suo paese alla Biennale d’Arte di Venezia del 2015.

 

Il percorso espositivo presenta Skin Nation Class, un grande polittico di oltre 10 metri di lunghezza e tre dipinti della serie Motto paintings.

Dal 4 maggio all’8 giugno 2022, IPERCUBO a Milano (corso di Porta Ticinese 87) ospita la prima personale italiana di Ivan Grubanov (Belgrado, 1976), che ha rappresentato la Serbia alla Biennale d’Arte di Venezia nel 2015.

 

“Nel 2015, alla Biennale d’Arte di Venezia – afferma Ivan Grubanov – ho esposto l’installazione United Dead Nations, un affresco di 200 mq, dipinto con le bandiere di paesi che non esistono più. L’innesco iniziale e il sentimento alla base di questo lavoro è stata la mia esperienza delle guerre nella ex Jugoslavia e l’urgenza di trascenderla attraverso l’arte”.

“La mia riflessione sulla nozione di rappresentazione dello spirito nazionale nelle arti – prosegue Ivan Grubanov – ha dialogato molto bene con il pubblico italiano e ha avuto numerosi riscontri significativi. Con questa mia prima personale in Italia ho voluto presentare un nuovo corpus di opere che approfondisce ulteriormente l’idea di nazione in un momento in cui le ripercussioni di questa stessa definizione avevano dato inizio a una nuova guerra in Europa, offre un’altra, sebbene triste e contraddittoria, occasione di confronto con i visitatori italiani”.

 

Da IPERCUBO, l’artista serbo espone Skin Nation Class, titolo che dà il nome all’intera rassegna. Si tratta di un grande polittico (lungo oltre 10 metri) composto da sei tele quadrate, la cui superficie è realizzata assemblando ritagli di tela e bandiere della Jugoslavia macchiate, recuperate da edifici pubblici e monumenti, che si riferiscono alla natura convenzionale e spesso forzata di stato-nazione. Al centro, è incastonato uno specchio nel quale lo spettatore si rifletterà, instaurando un rapporto di profonda simbiosi tra sé e l’opera d’arte. In questo lavoro, Grubanov esplora i limiti dell’arte come strumento per condurre a un cambiamento sociale e per documentare e interpretare la storia.

 

Completano il percorso espositivo tre Motto paintings, dipinti su cui Grubanov ha riportato le scritte dei motti nazionali che compaiono sugli stemmi ufficiali dell’Unione europea, dei Paesi Bassi e di Panama. Questi motti richiamano a un potere quasi magico e rimandano al modo in cui i cittadini s’identificano con gli ideali di un paese.

 

Ivan Grubanov. Note biografiche

Ivan Grubanov (Belgrado, 1976) si è formato all’Accademia di Belle Arti di Belgrado, alla Rijksakademie van beeldende kunsten ad Amsterdam, ai Delfina Studios a Londra e alla Casa de Velazquez a Madrid.

Tra le mostre personali si ricordano quelle al Padiglione della Serbia alla LVI Biennale di Venezia, alla Galleria Ron Mandos di Amsterdam, al Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Atene, alla Loock Galerie di Berlino, al Laboratorio 987 al MUSAC di Leon, a Le Grand Cafe Centre d’Art Contemporain di St Nazaire, alla Galleria del Centro Culturale di Belgrado e al Salone del Museo di Arte Contemporanea di Belgrado, allo Stroom Center for Contemporary Art di Den Haag, a Nogueras Blanchard a Barcellona, all’Expodium di Utrecht.

Ha partecipato a numerose mostre collettive; come quelle al Museum of Contemporary Art di Cracovia, al Witte de With a Rotterdam, a Kiasma a Helsinki, al 3° Festival Internazionale di Arte Contemporanea di Algeri, alla X Biennale di Istanbul, alla I Biennale di Salonicco, allo Stedelijk Museum CS, SMART Project Space e De Appel ad Amll’sterdam, al Drawing Center e all’Apex Art di New York, alla City Gallery di Praga, al 50° Salone di ottobre di Belgrado, alla Biennale del porto termale di Banja Luka, alla III Biennale dei Giovani Artisti di Bucarest, la Moderna Galerija di Lubiana, alla III Biennale di Tirana, alla III Biennale del Quebec, alla Kunsthalle Bern, all’Office Baroque ed Extra City Kunsthal ad Anversa, all’Aeroplastics a Bruxelles, alla South London Gallery, all’ARCOS Museum a Benevento, al Museum De Beyerd a Breda, all’Henie Onstad Art Center a Oslo, al Museu Colecção Berardo a Lisbona, allo Iaspis a Stoccolma.

 

IPERCUBO

L’ipercubo è una figura geometrica riferibile a quattro o più dimensioni che può essere soltanto descritta matematicamente e che la mente umana non riesce a immaginare in quanto limitata ad una visione tridimensionale. Allo stesso modo gli “iperoggetti”, descritti da Timothy Morton nel suo testo omonimo, sono fenomeni talmente estesi nel tempo e nello spazio da diventare incomprensibili da un punto di vista umano e da mandare in frantumi il nostro modo di relazionarci con l’ambiente che ci circonda e con la nozione classica di “mondo”.

Su queste riflessioni, galleria IPERCUBO nasce nel 2019 fondata da Andrea Esposito, Gabriela Galati e Matteo Graniti con lo scopo di ridefinire i rapporti che regolano lo spazio condiviso e l’ambiente sociale, ecologico, psicologico, non umano attraverso il linguaggio dell’arte contemporanea, suggerendo così dimensioni e linee di pensiero alternative per nuove possibilità di convivenza sul pianeta.

 

IPERCUBO. Direzione artistica

Andrea Esposito, co-fondatore e direttore di IPERCUBO, è art manager e storico dell’arte. Ha lavorato principalmente come art consultant per società che operano nel mercato dell’arte e collezioni private. Durante il suo percorso ha collaborato con artisti e curatori internazionali per la realizzazione di mostre e rassegne culturali presso numerose istituzioni pubbliche, tra cui Palazzo Reale di Milano, Castel Nuovo, Napoli, Università Ca’Foscari, Venezia e la Reggia di Caserta.

 

Gabriela Galati, co-fondatrice e direttrice di IPERCUBO, è anche docente presso NABA, Nuova Accademia di Belle Arti Milano e IED, Torino. Ha ottenuto un dottorato (PhD) in teoria dell’arte contemporanea, media studies e teorie del postumano, e pubblicato Duchamp Meets Turing: Arte, modernismo, postumano (Postmedia Books, 2017), curato il volume, Ecologie complesse: Pensare l’arte oltre l’umano (Meltemi 2021) e la prima traduzione italiana del libro La fine dell’uomo. Per una controapocalisse femminista (Rogas 2021) della teorica dei media Joanna Zylinska, e numerosi articoli in testate specializzate su questi argomenti.

 

Matteo Graniti è co-fondatore e direttore di IPERCUBO e consulente artistico per il Teatro del Silenzio di Andrea Bocelli di cui è stato curatore nel 2019. È stato Chief Curator del Lucca Center of contemporary Art nel 2020-21, ha collaborato con istituzioni pubbliche italiane e straniere tra cui l’Università per Stranieri di Siena e il Museo di Antropologia del Principato di Monaco. In autunno uscirà una sua pubblicazione.

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